sabato 7 marzo 2009

Gli arroganti bisonti di una cittadina lacustre dello stato di New York


E' il "viz" (perdonate il triestinismo!) linguistico più famoso e proprio per questo non siamo riusciti a trattenerci dal citarlo:

“Buffalo buffalo Buffalo buffalo buffalo buffalo Buffalo buffalo.”

Ma siamo in grado di spiegare perché questa successione di parole uguali è, in realtà, una frase di senso compiuto?
La chiave sta nel fatto, non poi così noto, che buffalo, oltre che sinonimo di bisonte e nome proprio di una città sull'Ontario, è anche un verbo, che significa più o meno aggredire/intimidire. Inoltre va notato che buffalo ha il plurale irregolare invariato.

Il periodo si divide così:

Buffalo buffalo Buffalo buffalo buffalo buffalo Buffalo buffalo
Chiaro, no?

Il soggetto è Buffalo buffalo in posizione 1 e 2, dove 1 è aggettivo di 2.
Qual è il verbo della principale, però? Rispondere "buffalo" non basta, bisogna identificare che si tratta di quello in posizione 6.
Il complemento oggetto, a questo punto, non può essere che il Buffalo buffalo in posizione 7 e 8 - l'aggettivo, va da sè, è 7.
3, 4 e 5 sono una relativa di cui 4 è soggetto, 5 è predicato (3 è aggettivo e fa soggetto con 4).
Se vi immaginate un that tra 2 e 3 diventa tutto più ovvio.

La traduzione risulta, quindi:
"I bisonti di Buffalo, che vengono intimiditi dai bisonti di Buffalo, intimidiscono bisonti di Buffalo".
Certo, se il signor Rapaport avesse piazzato qualche virgola, la frase avrebbe perso un po' del suo fascino.

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