domenica 5 aprile 2009

Evgenji Onegin, chi era costui?

[L'immagine, che ritrae un momento della rappresentazione al Teatro Verdi di Trieste, è stata tratta dal sito www.savethedate.it. Se gli interessati lo desiderano, provvederemo a rimuoverla]

Il protagonista di un romanzo di Puskin e di un'opera di Ciajkovskij [ndr: la redazione fa ammenda, ma al momento della stesura dell'articolo non siamo in condizioni di utilizzare la tastiera slava e traslitteriamo approssimativamente - rimedieremo] ad esso ispirato.
Tale opera, a 130 anni dalla prima rappresentazione [29/03/1879] , va oggi in replica per l'ultima volta al teatro Verdi di Trieste.
Consigliamo di procacciarsi un biglietto, magari last minute, e non perdere quella che, delle dieci opere date alla luce dal compositore dello Schiaccianoci, è nota per essere quella da lui più sentita.
E' un dramma nell'accezione più comune del termine, una storia di amore, morte, orgoglio e tormento che solo la letteratura russa dell'Ottocento poteva darci.

La figura del protagonista non è certo facile da amare: è un gentiluomo della capitale che possiede ricchezze che non ha fatto nulla per meritare e che manifesta tedio nei confronti della vita e di ciò che lo circonda.
L'azione prende il via dal soggiorno in campagna che Onegin fa al seguito dell'amico Lenskij, il quale è in visita all'amata fidanzata Olga.
La giovane e sognatrice sorella di Olga, Tatijana, si innamora di Onegin di un amore immaturo e adolescenziale, che gli confessa in una lettera affidata alla serva. Evgenij, uomo di mondo dalla reputazione, peraltro, non proprio cristallina, quasi divertito dal gesto infantile, respinge la giovane.
Successivamente, durante un ballo, mosso dalla noia verso l'esistenza e per il solo gusto del capriccio, Onegin corteggia Olga, offendendo così l'amico Lenskij.
Ne nasce fra i due un alterco che verrà risolto con un duello di pistole.
Lenskij rimane ucciso e Onegin - che fino ad ora non aveva manifestato alcun sentimento o remora morale - è tormentato dal rimorso e fugge in esilio.
Passano alcuni anni. Ritroviamo Onegin ad una festa, ospite del principe Gremin. In questa occasione egli rivede Tatijana, divenuta una donna bellissima e moglie del principe. Onegin rimane turbato da questo incontro, mentre la principessa non fa mostra di provare emozioni.
Più tardi la scopriamo in lacrime davanti alla lettera in cui Onegin le dichiara il suo amore, ma quando ella lo riceve, pur ammettendo di esserne ancora innamorata, lo respinge, orgogliosa e fedele al marito.

Ciajkovskij compone quasi cinquant'anni dopo il romanzo di Puskin, perciò asserire che l'opera riporti esperienze autobiografiche del compositore sarebbe sbagliato [mentre non lo sarebbe nel caso del poeta], tuttavia va ricordato che Ciajkovskij fu per breve tempo sposato con una donna che lo "conquistò" scrivendogli una lettera in cui dichiarava di essersi innamorata di lui ascoltando le sue composizioni.
Fu proprio in conseguenza della fine del proprio matrimonio che il compositore lasciò la Russia e, durante il viaggio in Europa che ne seguì, terminò l'Evgenij Onegin.

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