E' più o meno così, con un po' di forzatura, che potrebbe suonare la richiesta di un hamburger se pensiamo a come questa parola è stata scomposta in morfemi e riutilizzata per analogia nella formazione di nuovi composti dai parlanti degli Stati Uniti.
Ma vediamo come sono andate le cose.
In tedesco gli aggettivi che indicano provenienza geografica presentano la desinenza -er, ed è diffuso, nel vocabolario tedesco, dare alle pietanze il nome del luogo da cui , tendiamo a presumere, hanno origine; un po' come noi chiamiamo la cotoletta semplicemente "milanese" [piatto che per i parlanti tedesco si chiama "Wiener Schnitzel", ossia "cotoletta viennese", ma non è questo il luogo di dispute per la paternità dei cibi].
Per esempio Berliner non è solamente l'abitante della capitale, ma anche quello che noi chiamiamo "krapfen", e il Frankfurter è un tipo di salsiccia molto simile al nostro wurstel.
Così il nome Hamburger indicava la polpetta di carne che tanto popolare è diventata negli Stati Uniti. Qui, complice la scarsa dimestichezza con la lingua tedesca, il vocabolo ha subito un fenomeno che i linguisti chiamano "etimologia popolare": ad un certo momento si è creduto che la parola non fosse composta da Hamburg+er, bensì da Ham+burger, attribuendo al composto la radice di ham, prosciutto [e qui c'è un bel mistero: com'è potuto accadere, visto che il prosciutto non è un ingrediente dell'hamburger?] e postulando, di conseguenza, che "burger" indicasse in qualche modo la polpetta.
Sulla base di questo ragionamento sono stati creati tutti i composti attinenti: cheese+burger, fish+burger e così via.
Per la cronaca, in tedesco Burger non significa niente, ma Bürger significa cittadino, il che rende ancora più misteriose le ragioni di questo processo.
Infine, una curiosità: impostando il traduttore di Google da Tedesco a Italiano e scrivendo "burger", la traduzione che ne viene data è, ahimé, proprio hamburger!
Ma vediamo come sono andate le cose.
In tedesco gli aggettivi che indicano provenienza geografica presentano la desinenza -er, ed è diffuso, nel vocabolario tedesco, dare alle pietanze il nome del luogo da cui , tendiamo a presumere, hanno origine; un po' come noi chiamiamo la cotoletta semplicemente "milanese" [piatto che per i parlanti tedesco si chiama "Wiener Schnitzel", ossia "cotoletta viennese", ma non è questo il luogo di dispute per la paternità dei cibi].
Per esempio Berliner non è solamente l'abitante della capitale, ma anche quello che noi chiamiamo "krapfen", e il Frankfurter è un tipo di salsiccia molto simile al nostro wurstel.
Così il nome Hamburger indicava la polpetta di carne che tanto popolare è diventata negli Stati Uniti. Qui, complice la scarsa dimestichezza con la lingua tedesca, il vocabolo ha subito un fenomeno che i linguisti chiamano "etimologia popolare": ad un certo momento si è creduto che la parola non fosse composta da Hamburg+er, bensì da Ham+burger, attribuendo al composto la radice di ham, prosciutto [e qui c'è un bel mistero: com'è potuto accadere, visto che il prosciutto non è un ingrediente dell'hamburger?] e postulando, di conseguenza, che "burger" indicasse in qualche modo la polpetta.
Sulla base di questo ragionamento sono stati creati tutti i composti attinenti: cheese+burger, fish+burger e così via.
Per la cronaca, in tedesco Burger non significa niente, ma Bürger significa cittadino, il che rende ancora più misteriose le ragioni di questo processo.
Infine, una curiosità: impostando il traduttore di Google da Tedesco a Italiano e scrivendo "burger", la traduzione che ne viene data è, ahimé, proprio hamburger!
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